Mass Effect 2

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Akatsuki Leader
view post Posted on 12/2/2010, 10:52




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Vendite plurimilionarie, oltre 40 prestigiosi riconoscimenti internazionali, un esercito di fan devoti fino a rasentare la follia, una software house leggendaria e la più grande storia sci-fi mai apparsa nell’universo delle console: Mass Effect è stato questo e molto altro ancora.
Arrivato nelle nostre avide mani nel lontano 2007, il titolo Bioware fu una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di gioco di ruolo: la fusione “perfetta” della adrenalina dei third person shooter come Gears of War con la profondità intellettuale delle ambientazioni dei GDR occidentali. La tensione tipica dei combattimenti in tempo reale unita ad una sceneggiatura da Oscar, personaggi carismatici, una scenografia tanto innovativa da far impallidire persino le tanto conclamate serie televisive di ambientazione fantascientifica, un motore grafico ai limiti del fotorealismo e, probabilmente, il miglior comparto audio mai apparso sulle console di settima generazione.
Il connubio tra generi così diversi aveva già prodotto risultati sorprendenti (basti pensare all’indimenticabile Deus Ex della Ion Storm), ma mai prima d’ora aveva raggiunto le vette di eccellenza tecnica e concettuale del capolavoro Bioware, profeta della rinascita dei giochi di ruolo nel “ristretto” universo delle console: Knight of the Old Republic, Jade Empire e il recente Dragon Age: Origins hanno dimostrato ampiamente che l’inossidabile appeal del genere ruolistico può splendere e fiorire anche in ambienti di sviluppo completamente diversi da quelli originali.
Ma può la software house canadese ripetere tale magia? Come si può migliorare un titolo osannato dalla critica e idolatrato dai videogiocatori? Solo il nostro caro comandante Shepard potrà rispondere a questa domanda…
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Gathering of heroes

Quando i Razziatori hanno fatto la loro comparsa tra le stelle della Via Lattea, un solo uomo si è dimostrato capace di fronteggiarli: il comandante Shepard, eroe decorato e soldato esemplare. L’orgoglio dell’Alleanza Umana si era opposto alla loro oscura e primitiva potenza, aveva combattuto mettendo a rischio la propria vita e dimostrando il valore degli uomini, bistrattati dalle altre razze aliene. Aveva riscattato l’onore della nostra razza dalle menzogne del turian ribelle Saren, svelandolo come servo dei Razziatori. L’aveva affrontato in uno scontro all’ultimo sangue, portando la guerra fin dentro il cuore della Cittadella, l’ultimo baluardo della cooperazione tra alieni e sede del consiglio intergalattico. La vittoria aveva lasciato morte e distruzione, un ammasso di rottami non solo tra gli edifici ma anche nella convivenza pacifica tra razze diverse. Ad aggravare l’instabilità politica e sociale c’era la minaccia mai scomparsa dei Razziatori, battuti ma non distrutti. Annidati nei recessi sconosciuti dell’universo erano pronti a tornare per sferrare un nuovo e devastante attacco.
È qui che inizia Mass Effect 2. Quando la Normandy viene attaccata da un velivolo non identificato, la catastrofe ha il sapore di un evento annunciato con risvolti inaspettati. Il loro potenziale tecnologico e bellico è devastante. Nulla può l’esile vascello umano che si trasforma in una bara di metallo. Fuoco e fiamme avvolgono lo scafo. Esplosioni continue straziano il ponte di comando e gli alloggi dell’equipaggio. È un bagno di sangue con pochi superstiti. Solo alcuni riescono a mettersi in salvo con i pod di salvataggio, mentre la gran parte della ciurma non riceve neanche degna sepoltura, polverizzati o persi nello spazio profondo. Allo stesso Shepard non tocca una sorte migliore: nel tentativo di salvare Joker, il timoniere della nave, viene risucchiato fuori dalla nave. È l’ultimo gesto eroico di un uomo che ha saputo trascinare l’intero genere umano, è la firma di chi è stato in grado di dare speranza a quanti nell’attacco devastante alla Cittadella l’avevano persa per sempre. Qualità irripetibili destinate a morire con lui, o almeno così sembrerebbe. Shepard è un pezzo pregiato, un diamante per il quale vale la pena tentare anche l’impossibile. E questo lo sa bene anche l'Uomo Misterioso, l’enigmatico e potente capo dell’organizzazione Cerberus. Grazie ai suoi sforzi, l’ex-comandante della Normandy viene rimesso in piedi, resuscitato per trovarsi di fronte ad una spiacevole situazione. Shepard per anni ha combattuto la Cerberus e i suoi metodi terroristici. Ora gli deve la vita, deve a loro il recupero del suo cadavere e la ricostruzione completa del suo corpo e della sua identità. Il suo peggior nemico lo convoca dai morti per combattere una minaccia più grande. È evidente che i Razziatori sono tornati, ma questa volta sembrano avere come unico target le colonie umane. La Cerberus ha come unico obiettivo il bene dell’umanità e questo in passato l’ha portata ad atti violenti nei confronti delle altre razze aliene. Questa è l’occasione per riabilitare il proprio nome ma soprattutto per liberare definitivamente l’universo dalla minaccia oppressiva dei Razziatori. Tocca a Shepard ripetere l’impresa, ricostruire la propria ciurma e salvare nuovamente la galassia.
È evidente già dalle premesse come Bioware abbia confezionato un prodotto dalle qualità narrative indiscutibili, che non si limitano alla sola trama principale. Mass effect ci ha abituati ad un mondo concreto e completamente godibile nella sua maniacale attenzione al dettaglio. Tutto ciò che nel primo capitolo aveva fatto ben sperare ora è messo a frutto con profitto. La costruzione del background di pianeti e razze aliene, la restituzione degli equilibri politici e sociali costituiscono una rete che proiettano il giocatore nella vita della Via lattea.
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Atterrare su ogni pianeta significa entrare in contatto con un ecosistema vivo, fatto di regole comportamentali proprie e con uno stile di vita riconoscibile. Il giocatore alle prime armi si sentirà completamente coinvolto e rapito da un universo in grado di competere oramai per complessità e bellezza con quello di brand più famosi come Star Wars o Stark Trek. Diverso il discorso per chi ha avuto la fortuna di conservare i salvataggi del passato. Dopo un import veloce, con la possibilità di recuperare classi e volto del proprio personaggio, ci troveremo a rispondere a qualche domanda per mantenere (o eventualmente cambiare) scelte fatte precedentemente. Si tratta, però, di una possibilità legata esclusivamente ai grandi eventi (sorti del consiglio, morte di alcuni NPC e cosi via). Dopo poco ci accorgeremo che l’universo che abbiamo contribuito a creare, la storia che abbiamo aiutato a sviluppare sono ancora ben vive in questo secondo capitolo. Ci accoglierà un nostalgico ed emozionante profumo di casa. La memoria delle nostre imprese, le nostre gesta nei confronti di quanti sono riusciti a sopravvivere all’attacco alla Cittadella sono ancora li, pronte a mostrarcene gli effetti. I rapporti di amicizia o inimicizia che ci siamo creati in precedenza costituiranno una parte fondamentale del tuffo nel passato che affronteremo. Un marchio di fabbrica che Bioware sembra non voler abbandonare. Mass effect 2 è un titolo nel quale la condotta morale e i rapporti con le persone assumono un’importanza non trascurabile, preparando le basi per il terzo e conclusivo capitolo. Gran parte del titolo si svilupperà sulla creazione del team e soprattutto sulle loro personali storie. L’intero secondo disco è occupato da Crew-quest nelle quali entreremo in contatto con il passato dei nostri compagni e li aiuteremo a liberarsi del fardello che si portano appresso. Mafia intergalattica, esperimenti su umani e alieni, rancore, odio e amore sono i temi che ogni quest sviluppa in modo unico e personale, arricchendo ulteriormente la personalità dei nostri compagni e permettendoci di scoprire aspetti nascosti del loro carattere. Più che un semplice diversivo dalla main quest, ci permetteranno ancor di più di immergerci nella storia, di scoprire a fondo i meccanismi che si celano dietro ai pianeti e alle città che visiteremo. Sarà come un lungo viaggio esplorativo con delle qualità immersive mai viste fino ad ora, complice anche il miglioramento delle cutscene che non sono più fini a se stesse. A fianco alle loro splendide qualità filmiche, quasi fossero tagliate da alcuni dei migliori film sci-fi, assolvono in alcuni casi anche al compito di sviluppare l’allineamento morale del nostro personaggio. In alcuni casi saremo chiamati a reagire fulmineamente con i grilletti per innescare azioni che avranno un effetto non trascurabile sulla condotta del nostro Shepard.
È evidente come una scelta del genere tenda a diluire il ritmo narrativo della “questione” principale. La minaccia dei Razziatori rischia di passare in secondo piano, schiacciata dai problemi domestici dei nostri comprimari. È un problema strutturale che si lega alla ricchezza e alla complessità di un gioco come Mass Effect. C’è una scelta ampia e dispendiosa anche in termini di ore giocate che tocca tutta al giocatore. Ad un certo punto sarà necessario scegliere tra un’esperienza più lunga e una più concentrata. Qualora sentiste l’esigenza dell’adrenalina e il bisogno impellente di distruggere la minaccia primordiale non vi resta che imboccare il primo Portale Galattico e lanciarvi verso l’eccitante show finale.
 
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